Un dominio incontrastato, contro tutto e tutti. Che sarà triplete o meno, questa Juventus ha messo a tacere tutti. O quasi. perché le polemiche e le solite dietrologie spuntano fuori puntualmente, ogni qual volta vi sia un minimo “favore” per la Vecchia Signora. Come nell’ultimo derby, per l’eccessiva esplusione di Acquah: ok, palla piena e secondo giallo inventato, ma quanto accaduto una settimana prima chi lo ha rammentato?

Appena 9 giorni fa la Juventus veniva fermata sul pari in casa dell‘Atalanta, con un gol subito in netto fuorigioco ed un rigore evidente negato in proprio favore. Nel frattempo la Roma godeva di un penalty per evidente simulazione di Strootman, poi sanzionato dalla prova Tv con due giornate. La “prostituzione intellettuale” di cui lo Special One parlava è esattamente questa, ma i bianconeri sono stati capaci di essere più forti di qualsivoglia polemica, esportando il proprio dominio anche in Europa.

Due (probabili) finali di Champions League in 3 anni certificano la forza di una squadra che è in corsa per vincere tutto, con ampio merito e distacco. Parlare di arbitri è da perdenti, farlo solo quando i torti sono (presumibilmente) da una parte è da ipocriti: la Juventus vince perché la più forte. Anzi, sbagliato: è nettamente la più forte.

Anche ottime squadre come Napoli e Roma devono arrendersi all’evidenza, tutt’altro che estranei da decisioni arbitrali favorevoli, in particolar modo i giallorossi. Come dimenticare Milan-Juve, con gol annullato sullo 0-0 alla squadra di Allegri per inesistente fuorigioco su punizione di Pjanic. Storia, che però fa poca notizia ed andrebbe a delegittimare una delle poche certezze nella vita del tifoso medio: che “la Juve ruba“.

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Stasera le zebre scendono in campo per strappare il pass finale, quello che porterà la società di Agnelli a giocarsi, probabilmente col Real Madrid, la finale di Cardiff. Prima ancora uno Scudetto da vincere “in faccia” alla Roma domenica sera e poi ancora nella Capitale, per la sfida alla Lazio nell’ultimo atto della Coppa Italia.

Un po’ troppo, decisamente troppo, per ridurre il tutto ad uno o due fischi arbitrali a favore.