L’autobus bianconero ha messo definitivamente la parola fine al ciclo del Barcelona, una squadra che è stata capace negli ultimi dieci anni di scrivere pagine indelebili del calcio moderno, ma che ormai si trova alla fine di un ciclo che molti di noi ricorderanno come uno dei più belli vissuti dagli amani del fútbol. La remuntada epica contro il PSG (nonostante i palesi aiuti arbitrali) è stato l’ultimo canto del cigno del tiqui-taca. Alla Juventus, icona del calcio italiano, pragmatico e contropiedista, è toccato l’onore di accompagnare al campo santo quel poco che è rimasto della squadra capace di vincere quattro Champions League in dieci anni.

A chi ha descritto la vittoria della Juventus come un’impresa posso dire che di calcio non capisce un fico secco. Questa Juve, la più forte dell’era post-Calciopoli a livello psicologico e forse anche a livello tecnico, ha dovuto solo spingere verso il baratro una squadra molto più debole rispetto alle corazzate che hanno raggiunto il traguardo dei quarti di Champions League. Al di là dei meriti bianconeri nella gestione del risultato, non ho mai visto un Barça così impotente e frustrato. Mentre Buffon osservava il film del funerale blaugrana, sognando di fumarsi una sigaretta in compagnia di Prandelli e Osvaldo, Messi e Suarez venivano ridicolizzati da Bonucci e Chiellini, come due pulcini durante una sfida contro gli allievi. L’unico a lottare fino alla fine è stato Neymar Jr., un talento sempre più cristallino, abbandonato a sé stesso dai compagni di squadra, ormai logori di tante battaglie vinte sul campo e da un allenatore che non è più tale da molti mesi.

Le lacrime di Neymar Jr. sono il frutto della frustrazione di un campione impotente al corso degli eventi, che questa volta ha dovuto arrendersi di fronte ad un avversario più forte e affamato. La fine del ciclo blaugrana è stata salutata con sportività dal commiato del pubblico del Camp Nou. Lo sventolare di bandiere nei minuti finali della gara è stato uno dei momenti più emozionanti della gara, un gesto che va oltre l’ossessione del risultato e che incarna l’essenza dello sport e il giusto tributo a coloro che li hanno fatto sognare.

APPRFONDIMENTI  Une nuit fabuleuse

Per la Juventus adesso viene il difficile. Il Real è attualmente la squadra più forte d’Europa per distacco, – a mio modesto parere potenzialmente più devastante dei galacticos -, l’Atletico è una delle squadre più cazzute da affrontare in un doppio confronto, una squadra che per caratteristiche mi ricorda molto la stessa Juve di Allegri. Per concludere, guai a sottovalutare il Monaco di Jardim e Mbappé, una squadra che potrebbe compiere un’impresa titanica comparabile a quella del Leicester nella passata stagione di Premier League. La differenza rispetto agli inglesi è che il guru Jardim può contare su un fenomeno come Mbappé, un 19enne destinato a incidere il suo nome negli annali del calcio post tiqui-taca.