Con il cuore, con l’orgoglio, con la grinta, con tutti quei valori che la maglia bianconera trasmette continuamente. La Juventus ha espugnato il Meazza in questo modo, portando a casa 3 punti che potrebbero essere fondamentali nella corsa al 36esimo scudetto, il settimo consecutivo.

E dire che a 5 minuti dalla fine sembrava tutto finito: partita indirizzata dalla parte dei nerazzurri, squadra spompata fisicamente e mentalmente, Allegri che sembrava già con le valigie in mano a fine stagione. È bastato un lampo, un sussulto, una giocata di Cuadrado, fortunosamente deviata in porta, a far scattare la scintilla.

RISCATTO

Sono stati i 3’ del riscatto, quelli che servivano dopo quasi 180’ spenti, non da Juve. Dopo la partita con il Napoli, anche il match con l’Inter aveva consegnato una squadra poco concentrata, incapace di reggere il ritmo avversario. Ma la Juventus non muore mai, è infinita, è una squadra che, nel momento di massima difficoltà, riesce a tirare fuori il colpo di coda. Il gol di Higuain ha rappresentato la redenzione da due partite giocate col freno a mano tirato, nonostante la superiorità numerica, ma è stato un segnale importante lanciato anche dal Pipita, che è tornato al gol dopo una vita. Un gol fondamentale, regalato a un popolo che non ha mai smesso di crederci.

FINO ALLA FINE

Il motto della Juve diventa inno alla vita in questo finale di stagione. Proprio il match winner, Higuain, ha dettato la linea a fine partita: “Daremo tutto fino alla fine, fino alla morte, per portare a casa questo scudetto.” Obiettivo che resta il più importante, il più voluto, impossibile da mancare: il settimo tricolore di fila, che porterebbe la società bianconera oltre la leggenda. Quindi, ora più che mai, fino alla fine. Perché vincere un altro tricolore sarebbe più che storia, sarebbe coronamento di un sogno.

APPRFONDIMENTI  3 elementi preziosi che arrivano da Torino-Juventus