Paulo Dybala c’è. E’ questa la lezione che arriva da Benevento, dove la Joya ha portato a casa tre gol, tre punti e un solo pallone di contorno. Ah, la prestazione non è stata eccelsa. Tant’è: è bastato ad arrivare a quota ventuno gol e a riportargli il sorriso sulle labbra dopo la prova non eccelsa di martedì contro il Real Madrid.
Ma a far felice Dybala è stato soprattutto il ritrovato feeling con il dischetto dell’area avversaria: dopo gli errori nel girone d’andata con Lazio e Atalanta, ben due tentativi quest’oggi dagli undici metri. E tutti andati a segno con la calma dei forti.
E’ cambiato, Paulo. Ha dovuto dopo quell’errore di pura ingenuità nella notte europea. Ha dovuto soprattutto perché è solo così che si cresce davvero. E poi: che gol è stato quello che ha sbloccato le ostilità al Vigorito? Una perla, nulla in più e nulla in meno. Una di quelle che portano per forza la sua firma: un sinistro a giro che ha ricordato a molti il gol pazzesco rifilato al Sassuolo ormai due anni fa.
Bella anche la dedica a fine partita: tutta per la mamma Alicia, che ha compiuto gli anni nello stesso giorno in cui Paulo si è ripreso la Juve. Un sinistro pazzesco e due rigori: la Juve trasportata a più sette dal Napoli, sette come gli scudetti consecutivi se dovesse arrivarne un altro a fine stagione. Ecco: ora testa alla Champions, che anche a Benevento ha tolto qualche energia mentale e fisica. La sconfitta, del resto, è stata davvero cocente.
“Sono contento per i gol perché non sono stati giorni facili – ha raccontato Dybala nel post partita -. Abbiamo vinto una gara complicata ma siamo stati bravi. Dobbiamo dare i meriti al Benevento, giocano molto bene e vincere qui non è facile. Alla Champions crediamo, i miei compagni sono uomini che non si arrendono. Faremo risultato, altrimenti non andremmo neanche: siamo convinti”. Ecco: lo dice con quello sguardo che è un po’ tutto. Che vale una tripletta. Che è il segno distintivo di Dybala.