È stata una botta, una batosta per tutto il mondo Juve. Ce la si poteva giocare con il Real Madrid, si poteva cercare di arrivare al Bernabeu nelle condizioni di portare a casa il passaggio del turno. E invece, a meno di clamorosi ribaltoni, la Juventus sarà costretta a uscire ai quarti di finale della Champions League. Psicologicamente, la rovesciata di Ronaldo è stata devastante: metafora della differenza che c’è tra i bianconeri e i blancos, l’abisso che le differenzia. Insomma, un divario che nessuno avrebbe mai voluto ammettere.

Quanto è difficile ripartire? Per i tifosi, c’è sicuramente una legnata sui denti da dover sopportare. I giocatori, invece, sono sicuramente più abituati. Alla Juventus non ci si può far intimorire da una sconfitta, per quanto pesante possa essere.

E ora, dunque, l’attenzione passa ai prossimi obiettivi. Il settimo scudetto ha una valenza doppia: in primis, perché si andrebbe a delineare un solco ancor maggiore della leggenda, raggiunta lo scorso anno con la vittoria del sesto tricolore consecutivo. In secondo luogo, però, un non trionfo scatenerebbe tante polemiche, soprattutto poiché questo rappresenta il primo anno della VAR in Italia. Una sconfitta bianconera con quella che dall’opinione pubblica viene definita “la moviola in campo” sarebbe quantomai deleteria.

E poi la Coppa Italia. La Juventus ha l’obbligo di riportare a casa un double, che sarebbe il quarto consecutivo, che sarebbe qualcosa di incredibile, soprattutto se pensiamo che prima di questo ciclo nessuno l’aveva mai fatto per due volte consecutive. Una sconfitta non può sgretolare quanto di buono fatto finora dai bianconeri. Con un ritorno al Bernabeu che non dovrà assolutamente essere una gita in Spagna, il Benevento è la prima tappa verso un finale di stagione che può essere ancora storico e che deve esserlo, a prescindere dal Real Madrid. Perché la Juve non ha niente da rimproverarsi, ma ancora tanti trofei da rincorrere.

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