Voce di popolo, voce di Dio. Prendendo per buono tale proverbio, Claudio Marchisio domani sera dovrebbe trovarsi estremamente a proprio agio. E’ il popolo infatti, nella fattispecie quello bianconero, ad avergli affibbiato il soprannome di “principino“, di cui egli stesso raccontò la nascita in un’intervista: “Il primo anno in prima squadra andavo agli allenamenti sempre in giacca elegante e mocassini…“.

Domani sera la Juventus farà visita al Monaco, nell’andata delle semifinali di Champions League. Se tanto ci da tanto, Marchisio visiterà uno dei suoi habitat naturali. Un principino nel Principato, quello di Monaco, laddove l’eleganza e lo sfarzo sono semplice normalità. Ma più di tutto, l’8 bianconero è chiamato a una prova principesca soprattutto sul prato verde: via l’abito, spazio alla casacca.

TATTICA E PSICOLOGIA – La squalifica di Khedira consegna, infatti, a Marchisio un’opportunità unica nel suo genere: riprendersi la Juventus. Una situazione non nuova al centrocampista torinese, che già nella Juve di Conte si era ritrovato a fare il panchinaro di lusso (giustappunto), causa la coesistenza di tre fenomeni come Pogba, Vidal e Pirlo. Oggi come allora, Marchisio ha percorso a ritroso le gerarchie della mediana bianconera, sorpassato da Khedira e Pjanic. Anzi, sorpassato dal nuovo 4-2-3-1 di Massimiliano Allegri. La genialata dell’anno, con lo spostamento a sinistra di Mandzukic, ha di fatto escluso Marchisio dall’undici “titolare”.

Il tutto è aggravato dall’infortunio al ginocchio, uno dei peggiori traumi che possano colpire un giocatore di calcio. Allegri lo ha ribadito più volte: per rientrare al cento per cento da un simile infortunio, servono dai 10 ai 12 mesi. Insomma, Khedira-Pjanic resta la coppia più affidabile anche dal punto di vista fisico. Il calciatore stesso ha parlato di approccio complicato, al ritorno in campo, e di una fase calante immediatamente successiva alle prime, incoraggianti prestazioni. Psicologicamente parlando, quindi, la partita di Montecarlo sarà un importantissimo banco di prova per il centrocampista della nazionale: una prova diligente potrebbe dare nuova linfa a un giocatore che da troppo tempo non tocca i suoi standard più alti.

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I COMPITI DI ALLEGRI – Ma quale sarà il ruolo di Marchisio, domani contro il Monaco? Nel senso: chi tra lui e Pjanic si occuperà di interdire e chi invece di impostare? Risposta semplice, entrambi.

L’undici di Jardim è solito giocare con un 4-4-2 molto offensivo: Mbappè e Falcao terminali offensivi, Lemar e Silva esterni (ma anche trequartisti), Fabinho e Moutinho in mezzo al campo. A Marchisio e Pjanic toccherà accorciare sui portatori di palla e fare filtro davanti alla difesa, per poi far ripartire celermente alla manovra. A turno, dovranno innescare le quattro bocche di fuoco bianconere e dovranno farlo con velocità e precisione.

Alla Juventus servirà una prova gagliarda, coraggiosa ma al contempo equilibrata. Segnare sarebbe cosa buona e gradita, considerando il ritorno allo Stadium. Immaginate se a far gol fosse proprio Marchisio. I telecronisti di turno avrebbero già la frase pronta, esattamente il titolo di quest’articolo…